San Bonifacio - Cenni Storici Protetta a Nord da colli appoggiati sui Lessini, San Bonifacio sorge su una piana fertilissima dove il fiume Alpone forma una notevole ansa. Dista 22 Km da Verona e quasi lo stesso da Vicenza. Sfiorata dalla S.S. n. 11 (l'antica via consolare Postumia) e dall'Autostrada Serenissima, è al centro di una raggiera di strade provinciali che portano alla lessinia e a sud nella Bassa Veronese.
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Le antiche origini e le bonifiche dei Benedettini La zona dovette essere sede di insediamenti molto remoti, con probabile centro sulla Motta (una collinetta storicamente significativa). Vi sono tracce romane. Nei primi secoli del medioevo giungono i frati Benedettini, i quali, insieme agli abitanti, bonificano tutta la campagna dalla Postumia all'Adige. E' del VI-VIII secolo la costruzione dell'abbazia di S. Pietro di Villanova, importantissimo centro religioso ed economico-sociale, che giunse ad estendere il proprio potere giurisdizionale fino a Legnago.
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I conti Sanbonifacio Sulla Motta, era stato eretto un castello "ghibellino". I primi castellani di cui abbiamo notizia sono proprio i conti di San Bonifacio. Il capostipite fu Milone, spregiudicato e valoroso, con il quale inizia il periodo di preminenza della famiglia, non solo sulla vita politica di San Bonifacio, ma anche su quella di Verona, in quanto Milone fu insignito del titolo di Conte di Verona e Marchese della Marca Veronese. Nel 1220-1221 troviamo Rizzardo di San Bonifacio Podestà di Verona. I conti, dopo varie vicissitudini, furono esiliati definitivamente nel 1261 e si rifugiarono a Padova.
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Gli Scaligeri, la Serenissima, l'Unità d'Italia Nel 1262 San Bonifacio divenne Vicariato sotto la giurisdizione degli Scaligeri. Nel 1387, sconfitti gli Scaligeri, San Bonifacio passò sotto i Visconti, e nel 1405 sotto Venezia. Con la Serenissima inizia un periodo lungo e fiorente durante il quale San Bonifacio accrebbe la sua importanza come centro agricolo e di scambi commerciali. In quell'epoca sorse il palazzo di Villabella, residenza estiva di una ricca famiglia dogale: nel corso del Novecento sono venute alla luce sotto il pavimento dell'Abbazia di Villanova, tombe con le salme di quattro dogi. Nel 1805 entrò nel Regno d'Italia costituito da Napoleone, per poi passare sotto l'Austria alla caduta dell'impero francese. Nel 1866 come tutto il Veneto, entrò a far parte dello stato italiano.
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La Parrocchiale di S. Maria Sorse all'inizio del XII secolo e fu ricostruita nel 1417 con pianta tozza e due rosoni, per essere infine riedificata in stile Ottocento ad unica navata. Notevole l'altare maggiore ed una pala raffigurante la Madonna con Bambino del XVII secolo.
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 | Villa Gritti-Cammuzzoni maggiormente
nota come Villabella
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La Chiesa di Sant'Abbondio Oltre il fiume Alpone, a sud del paese, la località Motta racchiude secolari testimonianze storiche. C'è la chiesetta di Sant'Abbondio (1491), rifatta sulle macerie della precedente consacrata ai santi Abbondio e Bonifacio, che Ezzelino da Romano distrusse nel 1243 insieme al castello dei conti di San Bonifacio. Le opere che adornano la chiesa, una statua dedicata al Santo e una Pietà in terracotta, i dipinti dedicati a S. Bartolomeo, Sant'Antonio abate e altri, sono databili alla fine del '500
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L'antica Abbazia di Villanova è senza dubbio il più insigne monumento di San Bonifacio e la sua ubicazione vicino alla statale 11 è una bella visione d' architettura medievale, che racchiude notevoli opere d' arte. E' un edificio romanico dedicato a S. Pietro, costruito forse nell'ottavo secolo d.c., ricostruito nel 1138 dall' abate Uberto dei conti di S. Bonifacio e successivamente restaurato alla fine del 1300 e a metà del 1700, ad opera dei frati benedettini Olivetani. Se è innegabile che la religiosità a S. Bonifacio è stata profondamente influenzata dai Benedettini, è altrettanto vero, secondo il professore Gianni Storari, che ha radici più antiche nella cristianità orientale e nei santi della chiesa bizantina. L' edificio presenta tre navate e tre absidi e misura 33 metri di lunghezza e 14 metri di larghezza. La celebre facciata dà un' idea immediata dell' interno dell' abbazia: la zona inferiore costruita con tufo scalpellato, quella superiore elegantemente alternata in tufo e cotto, con rosone centrale. Due lesene sezionano la facciata in tre parti, annunciando così le tre navate interne. Romanici sono i coronamenti lungo gli spioventi, mentre il portale è di epoca successiva e barocchi sono gli stemmi olivetani e le statue.
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 | L'antica Abbazia di Villanova |
 | Pluteo Bizantino |
L'interno dell'abbazia - Entrando, si ammira la navata centrale con i muri poggiati ad archi sostenuti da pilastri e colonne alternati. Sulla parete a destra appaiono gli affreschi di scuola giottesca riproducenti la vita di S. Benedetto. L' altare di Sant' Agata è impreziosito da una pala settecentesca dedicata alla santa; vicino si nota un affresco del 1300 dedicato a Santa Caterina, protettrice degli studiosi e dei filosofi. A sinistra di chi entra, ecco l' altare con la pregevole statua della Pietà, segue un affresco rettangolare con sei santi e uno stemma dei Dogi veneziani. Il presbiterio è sopraelevato a causa della sottostante cripta, con un effetto di assorta magnificenza. Un coro in noce del 1400 sottolinea il fondo dell' abside, impreziosito da una coeva ancona d' altare scolpita in pietra, con al centro la figura di S. Pietro. Assorta nei chiaroscuri e ampia quanto la chiesa è la cripta, dotata di 24 colonne che sostengono arcate a tufo con figure a ferro di cavallo e piccole volte a crociera; da qui, attraverso un corridoio, i frati accedevano al monastero. Reperti romani sono riscontrabili sul pavimento. Completa la struttura il campanile-fortilizio del 1131, ammodernato con cella campanaria a trifore gotiche e una pina del 1400. Dell' antico convento e chiostro, oggi non rimane che una corte. Nella nicchia centrale dell'abside maggiore, è San Pietro in trono in abito pontificale, scultura di transizione dal gotico al rinascimentale dei primi anni del Quattrocento.
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 | San Pietro in trono, scultura del quattrocento |
 | Tavola su fondo oro di San Michele Arcangelo, risalente alla prima metà del XV secolo. |
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